INDICE:
- Castello Eszterhazy a Fertod
- Castello di Sissi
- Il Castello Festetics
- Castello Brunszvik di Martonvasar
- Il Palazzo Reale di Visegrad
- Castello Vajdahunyad a Budapest
- Il Quartiere di Palazzo Reale a Budapest
- Sarospatak: il Castello Rakoczi
- Castello De la Motte a Noszvaj
- Castello Forgach a Szecseny
_Castello Eszterhazy a Fertod
I lavori di costruzione del complesso architettonico iniziarono nel 1763, dopo l'opera di prosciugamento delle paludi malariche realizzata da centinaia di servi delle gleba. A volere il progetto fu il leggendario Miklos II Eszterhazy, ambizioso personaggio dell'aristocrazia europea, soprannominato "il Fastoso", che commissionando il palazzo asserì "Ogni cosa che può fare il Kaiser io posso farla meglio". Miklos II fu anche grande mecenate e volle alla propria corte il famoso compositore Joseph Haydn, che visse nel castello dal 1766 al 1790 e compose qui più di 700 delle sue opere. Haydn divenne, così, direttore dell'orchestra di corte e organizzatore della vita artistica musicale locale. Grande fama in tutta Europa ebbero i balli in maschera e le feste di gala date a palazzo da Miklos Eszterhazy e l'orchestra diretta da Haydn. Le note del Maestro riecheggiano ancora oggi nelle stanze del castello e nella corte a ferro di cavallo, dove una volta si esibivano gli ussari in parata seguendo la musica del grande compositore.
Proprio a ricordo della sua musica che ha intriso la vita del castello, ogni anno si tiene nel palazzo il Festival "Haydn", prestigiosa manifestazione musicale, organizzata per la prima volta nel 1959 in occasione del 150° anniversario della morte di Joseph Haydn. |
Nella
Versailles d'Ungheria il "paradiso della musica"
E' uno fra i castelli più belli e più grandi del Paese, sorto dall'amore per la fastosità della famiglia Eszterhazy e dal desiderio di riscattare le origini della dinastia che apparteneva alla nobiltà minore d'Ungheria.
Più che un castello, infatti, gli Eszterhazy fecero costruire un vero e proprio complesso architettonico tanto da meritare il nome di "Versailles ungherese". Il castello barocco-rococò fu progettato prendendo a modello proprio il palazzo di Versailles, con pianta a ferro di cavallo e corpi laterali leggermente arcuati che si congiungono alla cancellata d'ingresso in ferro battuto e stile rococò. Di particolare interesse la doppia scalinata a ventaglio che conduce al primo piano del corpo centrale dell'edificio. Sul retro, il palazzo si affaccia sul grande parco alla francese, con grandi viali geometrici. Il parco ospita piccoli edifici secondari, come il teatro dell'opera, il teatro delle marionette, la casetta cinese, i templi di Diana, di Venere, della Fortuna, del Sole e le splendide scuderie.
Il castello sorge a Fertod, piccola località sul lago Ferto (Neusiedler See) nell'Ungheria occidentale, non lontano da Sopron e a 190 km da Budapest.
I lavori di costruzione del complesso architettonico iniziarono nel 1763, dopo l'opera di prosciugamento delle paludi malariche realizzata da centinaia di servi delle gleba. A volere il progetto fu il leggendario Miklos II Eszterhazy, ambizioso personaggio dell'aristocrazia europea, soprannominato "il Fastoso", che commissionando il palazzo asserì "Ogni cosa che può fare il Kaiser io posso farla meglio". Miklos II fu anche grande mecenate e volle alla propria corte il famoso compositore Joseph Haydn, che visse nel castello dal 1766 al 1790 e compose qui più di 700 delle sue opere. Haydn divenne, così, direttore dell'orchestra di corte e organizzatore della vita artistica musicale locale. Grande fama in tutta Europa ebbero i balli in maschera e le feste di gala date a palazzo da Miklos Eszterhazy e l'orchestra diretta da Haydn. Le note del Maestro riecheggiano ancora oggi nelle stanze del castello e nella corte a ferro di cavallo, dove una volta si esibivano gli ussari in parata seguendo la musica del grande compositore.
Proprio a ricordo della sua musica che ha intriso la vita del castello, ogni anno si tiene nel palazzo il Festival "Haydn", prestigiosa manifestazione musicale, organizzata per la prima volta nel 1959 in occasione del 150° anniversario della morte di Joseph Haydn.
Il festival rievoca con ineguagliabile efficacia quel "paradiso della musica" che era il castello all'epoca di Haydn. Scenografie originali, strumenti musicali d'epoca e interpretazione rigorosamente tradizionale dei capolavori del Maestro assicurano ogni anno grande successo alla manifestazione. La maggior parte dei concerti si tiene nella sala d'onore del castello - stupenda e dotata di un'acustica eccezionale - mentre alcuni artisti si esibiscono nella cosiddetta sala a pian terreno, dall'atmosfera più intima e raccolta.
Il principe Miklos fu amante anche della pittura e apprezzato collezionista. Proviene dalla sua ricchissima collezione la "Madonna Eszterhazy" di Raffaello, custodita nel Museo delle Belle Arti di Budapest. Dopo la morte del principe Miklos, la famiglia spostò la propria sede a Kismarton (Eisenstadt), per essere più vicina alla corte di Vienna. Ebbe allora inizio un lento processo di decadimento di castello e parco, cui si aggiunsero i gravi danni procurati dalla seconda Guerra Mondiale. Lavori di restauro successivamente intrapresi e circostanze favorevoli, legate ai cambiamenti politici dell'ultimo decennio, hanno fatto sì che il castello sia andato lentamente riacquistando il suo antico splendore.
Una parte del complesso architettonico oggi è aperto al pubblico sottoforma di museo, per scoprire il fasto della famiglia Eszterhazy e rivivere la loro favola. La Sala dei banchetti, le cui bianche pareti sono impreziosite da ornamenti color oro, ha il soffitto decorato dall'enorme affresco "Apollo sul carro del sole", talmente elaborato che il carro di Apollo pare dirigersi verso lo spettatore in qualunque punto della sala esso si trovi. La sala è illuminata da 5 grandi lampadari a ricordare le 64 candele che illuminavano originariamente la stanza. Ai 4 angoli della sala sono collocate statue, a grandezza d'uomo, che raffigurano allegoricamente le quattro stagioni. Nella stanza adiacente c'è una collezione di oggetti ricordo di Haydn. La "Sala Terrena" ha pareti bianche decorate da motivi floreali color verde-argento e scene mitologiche dipinte sul soffitto. Infine si possono visitare le suite dei principi e delle principesse, 26 delle 126 sale, il terrazzo per i rinfreschi e i Giardini Francesi.
E' uno fra i castelli più belli e più grandi del Paese, sorto dall'amore per la fastosità della famiglia Eszterhazy e dal desiderio di riscattare le origini della dinastia che apparteneva alla nobiltà minore d'Ungheria.
Più che un castello, infatti, gli Eszterhazy fecero costruire un vero e proprio complesso architettonico tanto da meritare il nome di "Versailles ungherese". Il castello barocco-rococò fu progettato prendendo a modello proprio il palazzo di Versailles, con pianta a ferro di cavallo e corpi laterali leggermente arcuati che si congiungono alla cancellata d'ingresso in ferro battuto e stile rococò. Di particolare interesse la doppia scalinata a ventaglio che conduce al primo piano del corpo centrale dell'edificio. Sul retro, il palazzo si affaccia sul grande parco alla francese, con grandi viali geometrici. Il parco ospita piccoli edifici secondari, come il teatro dell'opera, il teatro delle marionette, la casetta cinese, i templi di Diana, di Venere, della Fortuna, del Sole e le splendide scuderie.
Il castello sorge a Fertod, piccola località sul lago Ferto (Neusiedler See) nell'Ungheria occidentale, non lontano da Sopron e a 190 km da Budapest.
I lavori di costruzione del complesso architettonico iniziarono nel 1763, dopo l'opera di prosciugamento delle paludi malariche realizzata da centinaia di servi delle gleba. A volere il progetto fu il leggendario Miklos II Eszterhazy, ambizioso personaggio dell'aristocrazia europea, soprannominato "il Fastoso", che commissionando il palazzo asserì "Ogni cosa che può fare il Kaiser io posso farla meglio". Miklos II fu anche grande mecenate e volle alla propria corte il famoso compositore Joseph Haydn, che visse nel castello dal 1766 al 1790 e compose qui più di 700 delle sue opere. Haydn divenne, così, direttore dell'orchestra di corte e organizzatore della vita artistica musicale locale. Grande fama in tutta Europa ebbero i balli in maschera e le feste di gala date a palazzo da Miklos Eszterhazy e l'orchestra diretta da Haydn. Le note del Maestro riecheggiano ancora oggi nelle stanze del castello e nella corte a ferro di cavallo, dove una volta si esibivano gli ussari in parata seguendo la musica del grande compositore.
Proprio a ricordo della sua musica che ha intriso la vita del castello, ogni anno si tiene nel palazzo il Festival "Haydn", prestigiosa manifestazione musicale, organizzata per la prima volta nel 1959 in occasione del 150° anniversario della morte di Joseph Haydn.
Il festival rievoca con ineguagliabile efficacia quel "paradiso della musica" che era il castello all'epoca di Haydn. Scenografie originali, strumenti musicali d'epoca e interpretazione rigorosamente tradizionale dei capolavori del Maestro assicurano ogni anno grande successo alla manifestazione. La maggior parte dei concerti si tiene nella sala d'onore del castello - stupenda e dotata di un'acustica eccezionale - mentre alcuni artisti si esibiscono nella cosiddetta sala a pian terreno, dall'atmosfera più intima e raccolta.
Il principe Miklos fu amante anche della pittura e apprezzato collezionista. Proviene dalla sua ricchissima collezione la "Madonna Eszterhazy" di Raffaello, custodita nel Museo delle Belle Arti di Budapest. Dopo la morte del principe Miklos, la famiglia spostò la propria sede a Kismarton (Eisenstadt), per essere più vicina alla corte di Vienna. Ebbe allora inizio un lento processo di decadimento di castello e parco, cui si aggiunsero i gravi danni procurati dalla seconda Guerra Mondiale. Lavori di restauro successivamente intrapresi e circostanze favorevoli, legate ai cambiamenti politici dell'ultimo decennio, hanno fatto sì che il castello sia andato lentamente riacquistando il suo antico splendore.
Una parte del complesso architettonico oggi è aperto al pubblico sottoforma di museo, per scoprire il fasto della famiglia Eszterhazy e rivivere la loro favola. La Sala dei banchetti, le cui bianche pareti sono impreziosite da ornamenti color oro, ha il soffitto decorato dall'enorme affresco "Apollo sul carro del sole", talmente elaborato che il carro di Apollo pare dirigersi verso lo spettatore in qualunque punto della sala esso si trovi. La sala è illuminata da 5 grandi lampadari a ricordare le 64 candele che illuminavano originariamente la stanza. Ai 4 angoli della sala sono collocate statue, a grandezza d'uomo, che raffigurano allegoricamente le quattro stagioni. Nella stanza adiacente c'è una collezione di oggetti ricordo di Haydn. La "Sala Terrena" ha pareti bianche decorate da motivi floreali color verde-argento e scene mitologiche dipinte sul soffitto. Infine si possono visitare le suite dei principi e delle principesse, 26 delle 126 sale, il terrazzo per i rinfreschi e i Giardini Francesi.
Il Castello di Sissi
Il Castello Grassalkovich di Godollo, paesino situato a 30 km a nord-est di Budapest, fu costruito in stile barocco attorno al 1730, su ordine di Grassalkovich Antal, uno degli aristocratici ungheresi più autorevoli del '700, confidente della regina Maria Teresa d'Austria. L'immenso gruppo monumentale barocco, costituito dal castello a forma di W, dagli edifici di dipendenza e dal parco di 29 ettari, si estende per ben 17 mila metri quadrati. Il castello, edificato nel centro del podere di Godollo, diventò l'emblema di un'intera epoca e il modello più seguito per la progettazione dei castelli ungheresi, tanto da dare origine ad uno stile conosciuto come "stile alla Godollo".
Degni di imitazione sono infatti la sala principale decorata in bianco e oro, gli splendidi affreschi, i bagni ricoperti di marmo, la serra botanica, l'ampia scuderia, il teatro e il grande parco. Negli anni dal 1867 al 1916, l'edificio venne usato come residenza di riposo dall'imperatore d'Austria e Ungheria Francesco Giuseppe I e da sua moglie, la regina Elisabetta, conosciuta universalmente come "la Principessa Sissi". |
Dopo la Seconda guerra mondiale cominciarono anche la rovina e la distruzione della struttura dell'edificio, a causa dell'uso improprio della storica residenza. La lenta rinascita cominciò nel 1985 grazie all'opera di ristrutturazione della Società di Utilità Pubblica per il Palazzo Reale di Godollo. L'ala principale dell'edificio, completamente ristrutturata secondo i progetti originali, è stata inaugurata nel 1996 e ha restituito al castello la sua bellezza originale. Il castello ospita un Museo ed esposizioni permanenti, una delle quali è dedicata alla regina Elisabetta. Al suo interno si possono visitare gli appartamenti reali ricostruiti, arredati con gli oggetti dell'epoca e decorati con dipinti. L'appartamento privato di Sissi è arredato in violetto, il suo colore preferito. Sono aperte alle visite guidate anche le stanze segrete che Sissi fece ricavare per godere di qualche momento di privacy lontano dalla frenetica vita pubblica. Oltre al Museo e alle suite della famiglia imperiale, sono state aperte sale destinate ad un ricco calendario di eventi per il pubblico. In linea con l'amore per l'arte dei Grassalkovich, il castello e il cortile ospitano durante tutto l'arco dell'anno eventi culturali e concerti, e durante l'estate la gara ippica, programmi commemorativi della vita della coppia imperiale e del costruttore stesso del palazzo.
Ogni anno infatti, nel mese di agosto, viene organizzato il "Festival Barocco" in onore di Antal Grassalkovich e dell'epoca del barocco. Agli ospiti viene fatta vivere la magia di un viaggio nel passato mediante sfilate in costumi d'epoca, spettacoli equestri, balli barocchi, concerti, fiere d'epoca e spettacoli di giocolieri. Le feste d'Avvento , che si tengono al castello durante il mese di dicembre, creano una calda atmosfera natalizia, indimenticabile per i visitatori. Nella sala dei concerti, ogni fine settimana e il 23 dicembre vengono eseguite tradizionali musiche di Natale. Vari gli eventi in programma, come ad esempio una fiera di oggetti d'arte, l'incontro internazionale "Betlhemes" per gruppi che rappresentano la Natività, spettacoli di marionette ecc. Presso stand appositamente allestiti i visitatori possono fondere una candela personale per il Santo Natale.
Ogni anno infatti, nel mese di agosto, viene organizzato il "Festival Barocco" in onore di Antal Grassalkovich e dell'epoca del barocco. Agli ospiti viene fatta vivere la magia di un viaggio nel passato mediante sfilate in costumi d'epoca, spettacoli equestri, balli barocchi, concerti, fiere d'epoca e spettacoli di giocolieri. Le feste d'Avvento , che si tengono al castello durante il mese di dicembre, creano una calda atmosfera natalizia, indimenticabile per i visitatori. Nella sala dei concerti, ogni fine settimana e il 23 dicembre vengono eseguite tradizionali musiche di Natale. Vari gli eventi in programma, come ad esempio una fiera di oggetti d'arte, l'incontro internazionale "Betlhemes" per gruppi che rappresentano la Natività, spettacoli di marionette ecc. Presso stand appositamente allestiti i visitatori possono fondere una candela personale per il Santo Natale.
Il Castello Festetics
Museo: Helikon Kastelymuzeum (Festetisc-kastely), H-8360 Kesztely u. 1
Il Castello Festetics sorge nella pittoresca città di Keszthely, sulla riva nord-occidentale del lago Balaton, a 190 km da Budapest e ad una manciata di chilometri da Heviz, una delle località termali più rinomate d''Ungheria. Il complesso architettonico in stile neorococò, al terzo posto in Ungheria in ordine di grandezza e bellezza, è stato da poco ristrutturato e aperto al pubblico.
In linea con l'amore per la cultura della famiglia Festetics, il castello oggi ospita il Museo Helikon e l'omonima biblioteca fondata nel XVIII secolo, che conserva numerose rarità bibliografiche.
La famiglia Festetics, che fino alla liberazione del 1945 ha avuto in mano le sorti della città e dei dintorni, visse qui sin dall'inizio del '700. I suoi membri nobili non solo per rango ma anche per opere e meriti fondarono a Keszthely farmacie, ospedali, licei. Nel 1797 il conte Gyorgy, la figura più conosciuta della famiglia, fece costruire l'Università Georgikon, il primo del suo genere in Europa, una sorta di campus-laboratorio per l'agricoltura dove gli studenti vivevano e lavoravano insieme per la produzione vinicola e casearia Alla loro corte e nei loro possedimenti i Keszthely diedero ampio spazio all'arte e alla letteratura nazionale, ospitarono le personalità più eminenti della letteratura ungherese, fino a rendere il castello un vero e proprio laboratorio del pensiero artistico e politico del paese e a far rifiorire la città lacustre. La nobile e illuminata famiglia fece costruire la prima nave a vela, da utilizzare come mezzo di trasporto sul Balaton, e operò in prima linea nel settore dell'allevamento dei cavalli e nella selezione del bestiame.
Il castello rivive ancora oggi il clima di quell'epoca, espressione di una grande sensibilità per la cultura, la scienza e la musica. Le sale del Castello, infatti, ospitano spesso conferenze scientifiche, convegni internazionali, corsi per maestri di musica, concerti, giornate letterarie, balli e ricevimenti. Una delle sale più belle e di maggior prestigio del castello è la biblioteca di Helikon, capolavoro di falegnameria. Ricca di circa 80.000 volumi in diverse lingue, è l'unica biblioteca privata ungherese rimasta intatta nella sua forma originale. Nella ricca collezione di libri, datati dal '700 fino alla seconda guerra mondiale, ci sono anche i primi esemplari di libri in ungherese, incisioni, capolavori artistici e scientifici nazionali ed esteri. Particolarmente ricca è la raccolta di libri sul Balaton. Ma è davvero di primo ordine la collezione musicale (a disposizione dei ricercatori) con i manoscritti originali dei libri di musica di Haydn, di Pleyel e di Goldmark. Il palazzo signorile si fregia anche di un magnifico parco in stile inglese e di un giardino in stile francese. In questa enorme area verde sorge il maneggio progettato da Miklos Ybl, si ergono bellissime fontane ed è in progetto la costruzione di una casa Africana. La casa Africana ospiterà la donazione, avvenuta qualche anno fa da parte del principe Windisch-Grätz, della collezione di trofei di caccia africani, europei ed asiatici, composta da 272 stupendi esemplari. L'atmosfera originale del castello e lo stile di vita signorile dei secoli XVIII-XIX vengono rievocati dall'esposizione dell'arredamento d'interno dell'epoca. Nelle sale al pianoterra sono esposte le più belle armi dei mille anni di storia ungherese con pezzi messi a disposizione dal Museo Nazionale.
Il Castello Festetics sorge nella pittoresca città di Keszthely, sulla riva nord-occidentale del lago Balaton, a 190 km da Budapest e ad una manciata di chilometri da Heviz, una delle località termali più rinomate d''Ungheria. Il complesso architettonico in stile neorococò, al terzo posto in Ungheria in ordine di grandezza e bellezza, è stato da poco ristrutturato e aperto al pubblico.
In linea con l'amore per la cultura della famiglia Festetics, il castello oggi ospita il Museo Helikon e l'omonima biblioteca fondata nel XVIII secolo, che conserva numerose rarità bibliografiche.
La famiglia Festetics, che fino alla liberazione del 1945 ha avuto in mano le sorti della città e dei dintorni, visse qui sin dall'inizio del '700. I suoi membri nobili non solo per rango ma anche per opere e meriti fondarono a Keszthely farmacie, ospedali, licei. Nel 1797 il conte Gyorgy, la figura più conosciuta della famiglia, fece costruire l'Università Georgikon, il primo del suo genere in Europa, una sorta di campus-laboratorio per l'agricoltura dove gli studenti vivevano e lavoravano insieme per la produzione vinicola e casearia Alla loro corte e nei loro possedimenti i Keszthely diedero ampio spazio all'arte e alla letteratura nazionale, ospitarono le personalità più eminenti della letteratura ungherese, fino a rendere il castello un vero e proprio laboratorio del pensiero artistico e politico del paese e a far rifiorire la città lacustre. La nobile e illuminata famiglia fece costruire la prima nave a vela, da utilizzare come mezzo di trasporto sul Balaton, e operò in prima linea nel settore dell'allevamento dei cavalli e nella selezione del bestiame.
Il castello rivive ancora oggi il clima di quell'epoca, espressione di una grande sensibilità per la cultura, la scienza e la musica. Le sale del Castello, infatti, ospitano spesso conferenze scientifiche, convegni internazionali, corsi per maestri di musica, concerti, giornate letterarie, balli e ricevimenti. Una delle sale più belle e di maggior prestigio del castello è la biblioteca di Helikon, capolavoro di falegnameria. Ricca di circa 80.000 volumi in diverse lingue, è l'unica biblioteca privata ungherese rimasta intatta nella sua forma originale. Nella ricca collezione di libri, datati dal '700 fino alla seconda guerra mondiale, ci sono anche i primi esemplari di libri in ungherese, incisioni, capolavori artistici e scientifici nazionali ed esteri. Particolarmente ricca è la raccolta di libri sul Balaton. Ma è davvero di primo ordine la collezione musicale (a disposizione dei ricercatori) con i manoscritti originali dei libri di musica di Haydn, di Pleyel e di Goldmark. Il palazzo signorile si fregia anche di un magnifico parco in stile inglese e di un giardino in stile francese. In questa enorme area verde sorge il maneggio progettato da Miklos Ybl, si ergono bellissime fontane ed è in progetto la costruzione di una casa Africana. La casa Africana ospiterà la donazione, avvenuta qualche anno fa da parte del principe Windisch-Grätz, della collezione di trofei di caccia africani, europei ed asiatici, composta da 272 stupendi esemplari. L'atmosfera originale del castello e lo stile di vita signorile dei secoli XVIII-XIX vengono rievocati dall'esposizione dell'arredamento d'interno dell'epoca. Nelle sale al pianoterra sono esposte le più belle armi dei mille anni di storia ungherese con pezzi messi a disposizione dal Museo Nazionale.
Castello Brunszvik di Martonvasar
Il Castello Brunszvik nasce, nella seconda metà del 1700, su un podere della famiglia del giovane Antal Brunszvik. Grazie alla sua brillante carriera di pubblico ufficiale presso la corte di Maria Teresa e Giuseppe II d'Asburgo, Antal riuscì a realizzare il sogno di far rifiorire le sue terre con la costruzione di un palazzo signorile. Il castello, originariamente in stile barocco, fu progettato dal famoso architetto Thaller Jozsef, caro alla corte di Vienna. Nel 1800 poi venne ampliato e riadattato in stile neogotico. Il suo aspetto attuale è elegante e profondamente romantico, come se il tempo si fosse fermato. Ristrutturato e circondato da un enorme e curatissimo giardino inglese, oggi ha una duplice destinazione: la scienza e le arti. Nel podere del castello, infatti, hanno sede l'Istituto di Ricerche Agrarie e la fattoria sperimentale dell'Accademia Ungherese delle Scienze, mentre le 5 sale al pianoterra del castello ospitano il Museo di Beethoven. I ricordi del grande compositore comprendono i suoi spartiti, il pianoforte su cui suonava e una ciocca dei suoi capelli, oggetti tutelati dall'eredità familiare. Vi sono anche un busto in bronzo e uno in marmo. Nel Museo è possibile ascoltare le sue opere e ritrovare le testimonianze e i ricordi dell'amicizia tra il compositore e la famiglia Brunszvik, e il legame del maestro con l'Ungheria. Il parco del castello, un giardino inglese di 70 ettari con laghetto al centro, è famoso per le sue 300 specie di alberi e, per questa ragione, è stato dichiarato parco naturale protetto. Sull'isola del laghetto, raggiungibile attraverso un romantico ponte di legno, si trova il suggestivo palcoscenico sul quale d'estate hanno luogo i concerti all'aperto delle opere di Beethoven, cui si può assistere sedendo sotto un grande pergolato di faggi e gelsi. In uno degli edifici che sorgono nel parco troviamo il Museo Storico delle Scuole Materne, ricco di bambole, giocattoli e documentazione. Il Museo omaggia la dedizione e l'opera di Teresa Brunszvik, fondatrice nel 1828 della prima scuola materna d'Ungheria, proprio nel parco del castello.
"Il Culto di Beethoven"
Museo: Beethoven Emlekmuzeum, Brunszvik-kastély, H-2462 Martonvasar, Brunszvik utca 2.
Nel Castello Brunszvik di Martonvasar, cittadina a soli 30 km da Budapest, si celebra "il culto di Beethoven", in tutte le sue forme. Il Castello stesso è luogo di culto del genio della musica. La famiglia comitale Brunszvik fu amica e protettrice del compositore e lo ospitò in numerose occasioni tanto che le stanze nel castello risuonano ancora delle sue note. Successivamente al primo incontro nel 1799 a Vienna, Beethoven iniziò a dare lezioni di pianoforte alle due figlie della famiglia, Teresa e Giuseppina. Il maestro instaurò una profonda amicizia anche con il fratello delle due fanciulle, Francesco, a sua volta eccellente violoncellista la cui moglie era una pianista di vero talento. In segno della sua amicizia, Beethoven dedicò diverse sue opere ai membri della famiglia e andò in visita al castello in diverse occasioni. Numerose lettere testimoniano dell'amore appassionato che Beethoven provò per lunghi anni nei confronti di Giuseppina, figura che molti critici e musicologi associano all'immagine misteriosa dell' "Amata immortale", ricorrente nelle lettere commoventi del compositore, che ispirò opere come l' "Appassionata" e la "Sonata al chiaro di luna".
Nel Castello Brunszvik di Martonvasar, cittadina a soli 30 km da Budapest, si celebra "il culto di Beethoven", in tutte le sue forme. Il Castello stesso è luogo di culto del genio della musica. La famiglia comitale Brunszvik fu amica e protettrice del compositore e lo ospitò in numerose occasioni tanto che le stanze nel castello risuonano ancora delle sue note. Successivamente al primo incontro nel 1799 a Vienna, Beethoven iniziò a dare lezioni di pianoforte alle due figlie della famiglia, Teresa e Giuseppina. Il maestro instaurò una profonda amicizia anche con il fratello delle due fanciulle, Francesco, a sua volta eccellente violoncellista la cui moglie era una pianista di vero talento. In segno della sua amicizia, Beethoven dedicò diverse sue opere ai membri della famiglia e andò in visita al castello in diverse occasioni. Numerose lettere testimoniano dell'amore appassionato che Beethoven provò per lunghi anni nei confronti di Giuseppina, figura che molti critici e musicologi associano all'immagine misteriosa dell' "Amata immortale", ricorrente nelle lettere commoventi del compositore, che ispirò opere come l' "Appassionata" e la "Sonata al chiaro di luna".
Il Palazzo Reale di Visegrad
Museo di Mattia, H-2025 Visegrad, Fo utca 23.
"Da Visegrad, dal paradiso terrestre". Esordiva così la lettera inviata al Papa Sisto VI dal nunzio apostolico che, come ospite, osservava da vicino il palazzo rinascimentale del re Mattia Corvino (1458-1490). Il Palazzo Reale di Visegrad, cittadina dell'Ansa del Danubio a 40 Km da Budapest, aveva origini medievali ed era stato ampliato e modificato da re Corvino, secondo le forme rinascimentali con il contributo di artisti italiani. Il magnifico edificio a due piani era dotato di 350 camere ed era decorato con fontane di marmo rosso e giardini pensili . La gigantesca costruzione era una delle residenze reali più belle dell'epoca, un vero e proprio "paradiso terrestre". Nel 1543 i turchi lo distrussero e solo gli scavi iniziati nel 1935 riportarono alla luce le strutture del palazzo. La corte d'onore, estratta da macerie di 15 metri, e la fontana ottagonale di Ercole in marmo rosso dalla quale durante le feste scorreva vino, sono state egregiamente ricostruite dagli archeologi.
"Da Visegrad, dal paradiso terrestre". Esordiva così la lettera inviata al Papa Sisto VI dal nunzio apostolico che, come ospite, osservava da vicino il palazzo rinascimentale del re Mattia Corvino (1458-1490). Il Palazzo Reale di Visegrad, cittadina dell'Ansa del Danubio a 40 Km da Budapest, aveva origini medievali ed era stato ampliato e modificato da re Corvino, secondo le forme rinascimentali con il contributo di artisti italiani. Il magnifico edificio a due piani era dotato di 350 camere ed era decorato con fontane di marmo rosso e giardini pensili . La gigantesca costruzione era una delle residenze reali più belle dell'epoca, un vero e proprio "paradiso terrestre". Nel 1543 i turchi lo distrussero e solo gli scavi iniziati nel 1935 riportarono alla luce le strutture del palazzo. La corte d'onore, estratta da macerie di 15 metri, e la fontana ottagonale di Ercole in marmo rosso dalla quale durante le feste scorreva vino, sono state egregiamente ricostruite dagli archeologi.
Nella cantina dei vini fu organizzato il primo vertice centro-europeo (1335) in cui i re cechi, polacchi ed ungheresi stipularono un trattato economico che evitava la mediazione di Vienna per concludere accordi commerciali.
Chiamati a discutere sulla crescente minaccia degli Asburgo sui propri territori non ottennero risultati decisivi, ma bevvero 10mila litri di vino e consumarono un'enorme quantità di cibo. In questa cantina si tennero anche gli incontri fra Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia dopo la caduta dell'Unione Sovietica per discutere delle nuove strategie commerciali e dell'adesione all'Unione Europea. Il Palazzo Reale di Visegrad era circondato da fortificazioni di cui oggi si ammirano le rovine. Al complesso delle fortificazioni appartiene la Porta di Visegrad, una sorta di entrata alla cittadina da cui si passa arrivando da Budapest. La prima costruzione del complesso fortificato che si incontra è la Torre di Salomone, di forma esagonale e dalla struttura possente. Nella torre si trova il Museo di Mattia dove sono esposti i reperti provenienti dal vicino Palazzo Reale incluse la fontana ottagonale di Ercole e la Fontana dei Leoni. Infine nel perimetro delle fortificazioni è racchiusa la Cittadella triangolare di Visegrad, che sorge a strabiombo sopra una balza e regala una vista mozzafiato sull'Ansa del Danubio. Nella roccaforte, costruita tra il 1245 e il 1255, si custodì per 200 anni la Sacra Corona d'Ungheria, fino al furto avvenuto alla fine del 1800. Nelle sale restaurate della Cittadella, seguendo il percorso della mostra dove sono esposte foto e illustrazioni del castello e dei gioielli reali, si può ricostruire la storia del Palazzo Reale e di tutto il complesso fortificato. Sia la Cittadella sia la Torre di Salomone si possono raggiungere dal centro città seguendo percorsi alternativi. Il Palazzo reale di Visegrad è candidato a esser dichiarato dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità. A rievocare l'epoca dei grandi sovrani ungheresi, nel mese di luglio, nel complesso fortificato si tengono rappresentazioni e giochi medievali, come gare di abilità fra cavalieri, tornei di picche e giavellotti, duelli, dimostrazioni di tiro con l'arco che ricostruiscono l'atmosfera medioevale e la vita culturale e ripropongono gli antichi mestieri, le armi e i costumi.
Chiamati a discutere sulla crescente minaccia degli Asburgo sui propri territori non ottennero risultati decisivi, ma bevvero 10mila litri di vino e consumarono un'enorme quantità di cibo. In questa cantina si tennero anche gli incontri fra Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia dopo la caduta dell'Unione Sovietica per discutere delle nuove strategie commerciali e dell'adesione all'Unione Europea. Il Palazzo Reale di Visegrad era circondato da fortificazioni di cui oggi si ammirano le rovine. Al complesso delle fortificazioni appartiene la Porta di Visegrad, una sorta di entrata alla cittadina da cui si passa arrivando da Budapest. La prima costruzione del complesso fortificato che si incontra è la Torre di Salomone, di forma esagonale e dalla struttura possente. Nella torre si trova il Museo di Mattia dove sono esposti i reperti provenienti dal vicino Palazzo Reale incluse la fontana ottagonale di Ercole e la Fontana dei Leoni. Infine nel perimetro delle fortificazioni è racchiusa la Cittadella triangolare di Visegrad, che sorge a strabiombo sopra una balza e regala una vista mozzafiato sull'Ansa del Danubio. Nella roccaforte, costruita tra il 1245 e il 1255, si custodì per 200 anni la Sacra Corona d'Ungheria, fino al furto avvenuto alla fine del 1800. Nelle sale restaurate della Cittadella, seguendo il percorso della mostra dove sono esposte foto e illustrazioni del castello e dei gioielli reali, si può ricostruire la storia del Palazzo Reale e di tutto il complesso fortificato. Sia la Cittadella sia la Torre di Salomone si possono raggiungere dal centro città seguendo percorsi alternativi. Il Palazzo reale di Visegrad è candidato a esser dichiarato dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità. A rievocare l'epoca dei grandi sovrani ungheresi, nel mese di luglio, nel complesso fortificato si tengono rappresentazioni e giochi medievali, come gare di abilità fra cavalieri, tornei di picche e giavellotti, duelli, dimostrazioni di tiro con l'arco che ricostruiscono l'atmosfera medioevale e la vita culturale e ripropongono gli antichi mestieri, le armi e i costumi.
Castello Vajdahunyad a Budapest
Castello Vajdahunyad presso il Parco civico di Budapest (XIV distretto Varosliget)
Museo dell'Agricoltura Ungherese presso il Parco Civico di Budapest (XIV distretto, Varosliget)
Nel parco comunale della capitale (Varosliget), una delle mete predilette dagli abitanti di Budapest nel tempo libero, svettano le torri del Castello di Vajdahunyad. Il castello è circondato da un laghetto artificiale dove d'estate si può andare in barca e che in inverno si trasforma nella pista di pattinaggio più bella d'Europa. Sia il parco sia il castello vennero creati nel 1896, in occasione delle celebrazioni dei mille anni dalla nascita dell'Ungheria (896 d.c.). Il castello, costruito originariamente in legno e cartapesta, aveva lo scopo di illustrare i vari stili architettonici presenti in Ungheria per presentare la storia dell'arte magiara. Gli elementi che lo compongono, infatti, sono tutti copie di particolari di costruzioni originali sparsi nel Paese, scelti come saggio dei diversi stili architettonici e dell'evoluzione dell'architettura magiara nella storia. Vi sono copie della Cappella di Jak, antica chiesa benedettina che si trova nell'Ungheria occidentale, e di due castelli transilvanici, tra cui il Castello Vajdahunyad da cui il complesso prende il nome. I due castelli racchiudono una corte rinascimentale che fa da romantico sfondo ai concerti serali che si tengono nella stagione estiva. Questo complesso di edifici riscosse un successo tale da essere successivamente ricostruito in muratura nel 1907. Nell'ala principale del Castello si trova il Museo dell'Agricoltura che traccia la storia della caccia e dell'allevamento in Ungheria. Pochi resistono al fascino della Statua dell'Anonimo incappucciato che si trova all'esterno. Questo cronista senza nome, che visse sotto il regno di re Bela, è la prima fonte di informazioni sull'Ungheria del primo medioevo. Purtroppo l'esistenza di numerosi sovrani che ebbero questo nome tra il XII e il XIII secolo rende difficile datare con esattezza l'autore e le sue cronache, le "Gesta Hungarorum". Nella parte meridionale del castello si trova invece la prima statua di George Washington a esser eretta in Europa (1906)
La statua fu pagata grazie alle donazioni degli americani di origini ungheresi.
Museo dell'Agricoltura Ungherese presso il Parco Civico di Budapest (XIV distretto, Varosliget)
Nel parco comunale della capitale (Varosliget), una delle mete predilette dagli abitanti di Budapest nel tempo libero, svettano le torri del Castello di Vajdahunyad. Il castello è circondato da un laghetto artificiale dove d'estate si può andare in barca e che in inverno si trasforma nella pista di pattinaggio più bella d'Europa. Sia il parco sia il castello vennero creati nel 1896, in occasione delle celebrazioni dei mille anni dalla nascita dell'Ungheria (896 d.c.). Il castello, costruito originariamente in legno e cartapesta, aveva lo scopo di illustrare i vari stili architettonici presenti in Ungheria per presentare la storia dell'arte magiara. Gli elementi che lo compongono, infatti, sono tutti copie di particolari di costruzioni originali sparsi nel Paese, scelti come saggio dei diversi stili architettonici e dell'evoluzione dell'architettura magiara nella storia. Vi sono copie della Cappella di Jak, antica chiesa benedettina che si trova nell'Ungheria occidentale, e di due castelli transilvanici, tra cui il Castello Vajdahunyad da cui il complesso prende il nome. I due castelli racchiudono una corte rinascimentale che fa da romantico sfondo ai concerti serali che si tengono nella stagione estiva. Questo complesso di edifici riscosse un successo tale da essere successivamente ricostruito in muratura nel 1907. Nell'ala principale del Castello si trova il Museo dell'Agricoltura che traccia la storia della caccia e dell'allevamento in Ungheria. Pochi resistono al fascino della Statua dell'Anonimo incappucciato che si trova all'esterno. Questo cronista senza nome, che visse sotto il regno di re Bela, è la prima fonte di informazioni sull'Ungheria del primo medioevo. Purtroppo l'esistenza di numerosi sovrani che ebbero questo nome tra il XII e il XIII secolo rende difficile datare con esattezza l'autore e le sue cronache, le "Gesta Hungarorum". Nella parte meridionale del castello si trova invece la prima statua di George Washington a esser eretta in Europa (1906)
La statua fu pagata grazie alle donazioni degli americani di origini ungheresi.
Il Quartiere di Palazzo Reale a Budapest
Il Varhegy è la "Collina della Fortezza" di Buda e di questa il tratto più distintivo e importante. La sua posizione strategica favorì la costruzione del Palazzo Reale, per 700 anni residenza dei re ungheresi e oggi sede dei musei e delle gallerie più frequentate della capitale. Come si addice ad una residenza reale, le origini dell'imponente edificio barocco, noto come Budavari Palota (Palazzo di Buda), si fanno risalire al medioevo. I successivi rimaneggiamenti raggiunsero il loro apice con il famoso re Mattia Corvino, il cui spettacolare palazzo rinascimentale richiamava artisti e letterati di tutta Europa, attratti dalla prospettiva di una sontuosa ospitalità e dalle lusinghe della regina Beatrice. In casa di re Mattia le camere erano dotate di acqua corrente calda e fredda e alle sue sontuose feste il vino scorreva dalle fontane. L'assedio dei turchi del 1686 distrusse l'edificio che fu ricostruito dagli Asburgo, per volere di Maria Teresa d'Austria che non vide però mai completate le 203 stanze del progetto. Durante l'assedio russo della II Guerra mondiale fu nuovamente distrutto e restituito al suo aspetto d'anteguerra solo dopo i lavori iniziati negli anni '50.
Oggi è stato trasformato in sede museale e ospita istituzioni culturali. Attualmente infatti nell'ala F ha sede la Biblioteca Nazionale Szechenyi, che custodisce la ricca collezione dei famosi codici corviniani. Da entrate separate si può accedere al Museo Storico di Budapest e alla Galleria Nazionale Ungherese, le cui opere esposte ricostruiscono la storia dell'arte ungherese. Davanti all'entrata principale della Galleria si trova la statua di Eugenio di Savoia e all'interno dell'edificio la cripta degli Asburgo, dove sono sepolti i membri che regnarono in Ungheria fino al 1849 con il titolo di vicerè.
L'aspetto di Palazzo Reale visto dall'esterno è davvero grandioso. La facciata che si specchia nel Danubio dall'alto della collina è lunga 304 metri, costituita da due ali simmetriche a colonnati interrotte dalla cupola centrale. Sotto il castello si snodano ben 12 chilometri di grotte, in parte visitabili, dove si rifugiarono alcune famiglie ebree durante la persecuzione antisemita.
L'intero quartiere del Palazzo Reale di Budapest, che include il Castello, la Chiesa di Mattia e il Bastione dei Pescatori, è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
La Chiesa principale di Buda si trova proprio nel cuore del quartiere di Palazzo Reale e si fregia di avere ben tre nomi. Il nome "Chiesa dell'Assunta" perche ufficialmente dedicata a Nostra Signora e perche rappresenta "l'antico santuario del popolo ungherese". Deve il nome di "Chiesa dell'Incoronazione" perchè era il luogo sia delle incoronazioni sia delle nozze reali. Come "Chiesa di Mattia" rende omaggio al re Mattia Corvino perche questi fu il suo maggior mecenate, perchè si sposò qui per ben due volte e perche lo stemma, un corvo da cui prende il nome la famiglia, è conservato al suo interno. Grazie alla sua ottima acustica la Chiesa di Mattia ospita i festival stagionali dalla primavera all'autunno e concerti d'organo durante tutto l'anno.
Dopo la Chiesa di Mattia lo spettacolo più suggestivo del quartiere di Palazzo Reale è il Bastione dei Pescatori, costruito nel 1905 al posto del medioevale mercato del pesce, da cui trae il nome. La struttura è costituita da un contrafforte bianco, ornato di chiostri e scalinate e da 7 torrette che simboleggiano le 7 tribù magiare che conquistarono le terre dove si trova oggi l'Ungheria. Davanti al Bastione si trova la Statua equestre del re Santo Stefano, celebre unificatore delle tribù magiare e fondatore delle nazione ungherese nell'anno 1000. Il Bastione non ha mai avuto scopi di difesa, mentre è un ottimo belvedere. La sera, quando è illuminato, è pittoresco visto da Pest, dalla riva opposta del Danubio.
Museo Storico di Budapest
Palazzo Reale Ala E, H-1014 Budapest, Szent György ter 2.mail.btm.hu
Galleria Nazionale Ungherese
Palazzo Reale Ala A-B, C, D H-1014 Budapest, Szent György ter 2.
Biblioteca Nazionale Szechenyi
Palazzo Reale Ala F H-1014 Budapest, Szent György ter 2.
Chiesa di Mattia
Quartiere di Palazzo Reale H-1014 Budapest, Szentharomsag ter
Bastione dei Pescatori
Quartiere di Palazzo Reale H-1014 Budapest, Szentharomsag ter
Oggi è stato trasformato in sede museale e ospita istituzioni culturali. Attualmente infatti nell'ala F ha sede la Biblioteca Nazionale Szechenyi, che custodisce la ricca collezione dei famosi codici corviniani. Da entrate separate si può accedere al Museo Storico di Budapest e alla Galleria Nazionale Ungherese, le cui opere esposte ricostruiscono la storia dell'arte ungherese. Davanti all'entrata principale della Galleria si trova la statua di Eugenio di Savoia e all'interno dell'edificio la cripta degli Asburgo, dove sono sepolti i membri che regnarono in Ungheria fino al 1849 con il titolo di vicerè.
L'aspetto di Palazzo Reale visto dall'esterno è davvero grandioso. La facciata che si specchia nel Danubio dall'alto della collina è lunga 304 metri, costituita da due ali simmetriche a colonnati interrotte dalla cupola centrale. Sotto il castello si snodano ben 12 chilometri di grotte, in parte visitabili, dove si rifugiarono alcune famiglie ebree durante la persecuzione antisemita.
L'intero quartiere del Palazzo Reale di Budapest, che include il Castello, la Chiesa di Mattia e il Bastione dei Pescatori, è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
La Chiesa principale di Buda si trova proprio nel cuore del quartiere di Palazzo Reale e si fregia di avere ben tre nomi. Il nome "Chiesa dell'Assunta" perche ufficialmente dedicata a Nostra Signora e perche rappresenta "l'antico santuario del popolo ungherese". Deve il nome di "Chiesa dell'Incoronazione" perchè era il luogo sia delle incoronazioni sia delle nozze reali. Come "Chiesa di Mattia" rende omaggio al re Mattia Corvino perche questi fu il suo maggior mecenate, perchè si sposò qui per ben due volte e perche lo stemma, un corvo da cui prende il nome la famiglia, è conservato al suo interno. Grazie alla sua ottima acustica la Chiesa di Mattia ospita i festival stagionali dalla primavera all'autunno e concerti d'organo durante tutto l'anno.
Dopo la Chiesa di Mattia lo spettacolo più suggestivo del quartiere di Palazzo Reale è il Bastione dei Pescatori, costruito nel 1905 al posto del medioevale mercato del pesce, da cui trae il nome. La struttura è costituita da un contrafforte bianco, ornato di chiostri e scalinate e da 7 torrette che simboleggiano le 7 tribù magiare che conquistarono le terre dove si trova oggi l'Ungheria. Davanti al Bastione si trova la Statua equestre del re Santo Stefano, celebre unificatore delle tribù magiare e fondatore delle nazione ungherese nell'anno 1000. Il Bastione non ha mai avuto scopi di difesa, mentre è un ottimo belvedere. La sera, quando è illuminato, è pittoresco visto da Pest, dalla riva opposta del Danubio.
Museo Storico di Budapest
Palazzo Reale Ala E, H-1014 Budapest, Szent György ter 2.mail.btm.hu
Galleria Nazionale Ungherese
Palazzo Reale Ala A-B, C, D H-1014 Budapest, Szent György ter 2.
Biblioteca Nazionale Szechenyi
Palazzo Reale Ala F H-1014 Budapest, Szent György ter 2.
Chiesa di Mattia
Quartiere di Palazzo Reale H-1014 Budapest, Szentharomsag ter
Bastione dei Pescatori
Quartiere di Palazzo Reale H-1014 Budapest, Szentharomsag ter
Sarospatak: il Castello Rakoczi -
Museo: Castello Rakoczi, H-3950 Sarospatak, Szent Erzsebet ut. 19
A 270 chilometri dalla capitale, nella famosa regione del vino Tokaj, si trova Sarospatak, considerata la "Cambridge ungherese" per l'alto livello delle sue scuole. La cittadina era la sede preferita dell'illustrissimo principe Ferenc II Rakoczi, protagonista della guerra d'indipendenza contro gli Asburgo nel 1703-11. In un parco fuori dal centro cittadino sorge il Castello Rakoczi, un'attraente combinazione di architettura gotica, rinascimentale e barocca, di proprietà della famiglia dell'eroe nazionale. Una romantica loggia collega le ali residenziali alla "Torre Rossa", che conserva celle, condotti sotterranei e un labirinto di gallerie usato dalle guardie e oggi aperto al pubblico. L'austera Sala dei Cavalieri ospitò sessioni del Parlamento durante la guerra d'indipendenza del 1703-11, guidata dal proprietario del castello, il già citato Ferenc II Rakoczi. La costruzione di tutto il complesso ebbe inizio nel 1534, per volere del potente magnate della zona Peter Perenyi.
Il castello, successivamente, divenne proprietà e dimora della famiglia Rakoczi, che assicurò un lungo periodo di vero splendore sia al castello sia alla città. Quando nel 1630 Gyorgy Rakoczi fu nominato principe della Transilvania, l'abbellimento, lo sviluppo e le costruzioni di rinforzo del castello proseguirono. A tale epoca risale l'innalzamento dei piani superiori e la costruzione della loggia ad arcate che collega l'ala occidentale con la Torre Rossa. In quegli anni venne costruita anche la sala circolare detta "Sub rosa", per la rosa disegnata sul soffitto, simbolo in codice della segretezza delle discussioni che venivano fatte nella stanza. Fu proprio in questa sala che vennero ordite le congiure di Ferenc II contro gli Asburgo. Sotto Gyorgy Rakoczi e i suoi successori Sarospatak divenne per 100 anni sede e dimora della famiglia Rakoczi, che regalò alla città un periodo di vera rinascita. Dopo la morte del principe Rakoczi, iniziò la fase di decadenza del castello. Nel XIX secolo, a seguito dei lavori di trasformazione il castello fu modificato ed assunse l'aspetto odierno. Il castello, oggi aperto al pubblico, ospita anche il Museo Rakoczi, dove sono esposti i documenti sulla storia della famiglia che guidò la lotta per l'indipendenza contro gli Asburgo. Qui sono custoditi anche numerosi acquerelli che ritraggono le tappe dell'esilio di Ferenc II Rakoczi, dopo il fallimento della guerra d'indipendenza. Si può ammirare inoltre l'esposizione che illustra la viticoltura della zona del Tokaj. Proprio fuori dall'area del castello si trovano le Cantine Rakoczi, scavate dai prigionieri dalle celle sotterranee del castello. Esse presentano pareti ricoperte da muffa, la cui presenza è considerata essenziale per determinare il gusto del vino locale. Proprio qui Ferenc II si sedeva fumando la pipa e progettando la guerra contro gli Asburgo
A 270 chilometri dalla capitale, nella famosa regione del vino Tokaj, si trova Sarospatak, considerata la "Cambridge ungherese" per l'alto livello delle sue scuole. La cittadina era la sede preferita dell'illustrissimo principe Ferenc II Rakoczi, protagonista della guerra d'indipendenza contro gli Asburgo nel 1703-11. In un parco fuori dal centro cittadino sorge il Castello Rakoczi, un'attraente combinazione di architettura gotica, rinascimentale e barocca, di proprietà della famiglia dell'eroe nazionale. Una romantica loggia collega le ali residenziali alla "Torre Rossa", che conserva celle, condotti sotterranei e un labirinto di gallerie usato dalle guardie e oggi aperto al pubblico. L'austera Sala dei Cavalieri ospitò sessioni del Parlamento durante la guerra d'indipendenza del 1703-11, guidata dal proprietario del castello, il già citato Ferenc II Rakoczi. La costruzione di tutto il complesso ebbe inizio nel 1534, per volere del potente magnate della zona Peter Perenyi.
Il castello, successivamente, divenne proprietà e dimora della famiglia Rakoczi, che assicurò un lungo periodo di vero splendore sia al castello sia alla città. Quando nel 1630 Gyorgy Rakoczi fu nominato principe della Transilvania, l'abbellimento, lo sviluppo e le costruzioni di rinforzo del castello proseguirono. A tale epoca risale l'innalzamento dei piani superiori e la costruzione della loggia ad arcate che collega l'ala occidentale con la Torre Rossa. In quegli anni venne costruita anche la sala circolare detta "Sub rosa", per la rosa disegnata sul soffitto, simbolo in codice della segretezza delle discussioni che venivano fatte nella stanza. Fu proprio in questa sala che vennero ordite le congiure di Ferenc II contro gli Asburgo. Sotto Gyorgy Rakoczi e i suoi successori Sarospatak divenne per 100 anni sede e dimora della famiglia Rakoczi, che regalò alla città un periodo di vera rinascita. Dopo la morte del principe Rakoczi, iniziò la fase di decadenza del castello. Nel XIX secolo, a seguito dei lavori di trasformazione il castello fu modificato ed assunse l'aspetto odierno. Il castello, oggi aperto al pubblico, ospita anche il Museo Rakoczi, dove sono esposti i documenti sulla storia della famiglia che guidò la lotta per l'indipendenza contro gli Asburgo. Qui sono custoditi anche numerosi acquerelli che ritraggono le tappe dell'esilio di Ferenc II Rakoczi, dopo il fallimento della guerra d'indipendenza. Si può ammirare inoltre l'esposizione che illustra la viticoltura della zona del Tokaj. Proprio fuori dall'area del castello si trovano le Cantine Rakoczi, scavate dai prigionieri dalle celle sotterranee del castello. Esse presentano pareti ricoperte da muffa, la cui presenza è considerata essenziale per determinare il gusto del vino locale. Proprio qui Ferenc II si sedeva fumando la pipa e progettando la guerra contro gli Asburgo
Castello De la Motte a Noszvaj
Noszvaj si trova nelle immediate vicinanze del Parco Nazionale di Bukk, a soli 12 chilometri da Eger. Il castello della famiglia del conte Szepessy, costruito nel '700 in stile barocco, è considerato un capolavoro in miniatura tra tutti i castelli d'Ungheria. Il conte Szepessy, indebitatosi per la costruzione del castello, nel 1782 fu costretto a venderlo, non ancora ultimato, alla famiglia della baronessa Anna Vecsey. Ironia della sorte, il castello non porta il nome ne del costruttore ne della proprietaria ma del secondo marito della baronessa, il marchese De la Motte. Il motivo probabilmente deriva dal fatto che gli affreschi all'interno furono commissionati dal marchese d'origine francese per ricreare l'atmosfera del suo paese d'origine.
Dalla strada principale del paese, attraverso una porta in ferro battuto, si arriva al giardino francese abbracciato a forma di U dal frontale e dalle due ali del castello, costruite successivamente. Dal giardino una scala decorata porta alla sala per i rinfreschi, situata al pianoterra e decorata con affreschi raffiguranti delle pergole. Da questo accogliente antingresso vi è un'elegante scala che porta al piano superiore.
Dalla strada principale del paese, attraverso una porta in ferro battuto, si arriva al giardino francese abbracciato a forma di U dal frontale e dalle due ali del castello, costruite successivamente. Dal giardino una scala decorata porta alla sala per i rinfreschi, situata al pianoterra e decorata con affreschi raffiguranti delle pergole. Da questo accogliente antingresso vi è un'elegante scala che porta al piano superiore.
Un capolavoro in miniatura
L'affresco che orna la sala d'ingresso del piano superiore raffigura la marcia del trionfo di Aurora mentre sulle pareti laterali vi sono alcune figure-caricatura delle divinità romane. Nelle nicchie della Sala per ricevimenti si possono ammirare vasi dipinti con ghirlande di fiori e l'affresco del soffitto che illustra i piaceri del vino. Sulla sinistra si trova la Stanza Romana che deve il suo nome ai temi degli affreschi murali. Segue la Stanza degli uccellini, la più accogliente del castello, decorata con uccelli esotici da Antal Lieb. Il castello, aperto al pubblico per le visite, è circondato da un parco inglese e consente anche di pernottare nelle sale adibite a stanze d'albergo.
Castello Forgach a Szecseny
Museo: Kubinyi Ferenc Muzeum, H-3170 Szecseny Ady E. Utca 7
A 100 Km a nord est da Budapest si trova la cittadina di Szecseny, la cui vallata è dominata dal Castello barocco della famiglia Forgach. Dato che i Forgach erano noti per le loro simpatie asburgiche, appare un'ironia della sorte che proprio il luogo dove sorge il loro palazzo sia stato sede dell'Assemblea Nazionale Ungherese per l'elezione del principe plenipotenziario e comandante in capo delle forze magiare, Ferenc II Rakoczi, capo della guerra d'indipendenza contro le ingerenze degli Asburgo. Il Castello Forgach venne costruito nella metà del 1700, sulle fondamenta di una fortezza medievale bombardata dall'esercito asburgico dopo la guerra d'indipendenza guidata da Rakoczi nel 1703-11. Il Palazzo ha la forma di una H allungata, a piani.
Il Castello restaurato ospita oggi il Museo Kubinyi Ferenc, in omaggio allo studioso della natura e delle scienze sociali Kubinyi Ferenc. Della notevole collezione archeologica e storica conservata nel museo notevoli sono i reperti risalenti al periodo neolitico e all'età del bronzo ritrovati negli scavi archeologici eseguiti nella provincia.
La sezione del museo riguardante la caccia e l'arte venatoria include la sala delle armi, dove è possibile ricostruire la storia delle armi da caccia. Questa mostra è dedicata sia a Nàdler Hubert, studioso ed esperto di arte venatoria che realizzò il sistema di classificazione dei trofei di cervo, sia ai due famosi scrittori-cacciatori Kittemberger Kalman e Szechenyi Zsigmond. Alcuni disegni che decorano le pareti del museo rappresentano esempi di volatili e di piccola selvaggina caratteristici dell'Ungheria. Per questa ricca esposizione il Castello Forgach può esser definito un vero e proprio "tempio della caccia". Le altre raccolte del museo commemorano il viaggiatore-esploratore Korosi Csoma Sandor, che viaggiò a lungo in Asia alla ricerca della madre patria originaria e compilò il primo dizionario inglese-tibetano.
A 100 Km a nord est da Budapest si trova la cittadina di Szecseny, la cui vallata è dominata dal Castello barocco della famiglia Forgach. Dato che i Forgach erano noti per le loro simpatie asburgiche, appare un'ironia della sorte che proprio il luogo dove sorge il loro palazzo sia stato sede dell'Assemblea Nazionale Ungherese per l'elezione del principe plenipotenziario e comandante in capo delle forze magiare, Ferenc II Rakoczi, capo della guerra d'indipendenza contro le ingerenze degli Asburgo. Il Castello Forgach venne costruito nella metà del 1700, sulle fondamenta di una fortezza medievale bombardata dall'esercito asburgico dopo la guerra d'indipendenza guidata da Rakoczi nel 1703-11. Il Palazzo ha la forma di una H allungata, a piani.
Il Castello restaurato ospita oggi il Museo Kubinyi Ferenc, in omaggio allo studioso della natura e delle scienze sociali Kubinyi Ferenc. Della notevole collezione archeologica e storica conservata nel museo notevoli sono i reperti risalenti al periodo neolitico e all'età del bronzo ritrovati negli scavi archeologici eseguiti nella provincia.
La sezione del museo riguardante la caccia e l'arte venatoria include la sala delle armi, dove è possibile ricostruire la storia delle armi da caccia. Questa mostra è dedicata sia a Nàdler Hubert, studioso ed esperto di arte venatoria che realizzò il sistema di classificazione dei trofei di cervo, sia ai due famosi scrittori-cacciatori Kittemberger Kalman e Szechenyi Zsigmond. Alcuni disegni che decorano le pareti del museo rappresentano esempi di volatili e di piccola selvaggina caratteristici dell'Ungheria. Per questa ricca esposizione il Castello Forgach può esser definito un vero e proprio "tempio della caccia". Le altre raccolte del museo commemorano il viaggiatore-esploratore Korosi Csoma Sandor, che viaggiò a lungo in Asia alla ricerca della madre patria originaria e compilò il primo dizionario inglese-tibetano.