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“I prodotti ungheresi sono caratterizzati da una gamma di sapori estremamente piacevoli e intensi, in particolare la frutta e le verdure, la saporita carne di manzo, il fegato d'oca, la paprika di Szeged e il salame. Per praticare una gastronomia ad alto livello è necessario avere degli ingredienti caratteristici e dal sapore particolare, proprio come questi. La ricchezza di aromi rende l'Ungheria un autentico Paese dei sapor i “ - scrive Henri Gault, il famoso critico francese esperto di gastronomia.
Quello appena citato non è il primo parere del genere: anche Antonio Bonfini, lo storiografo italiano del XV secolo ha sottolineato che la caratteristica più importante della cucina ungherese è la ricchezza di sapori.
La cucina ungherese esercita un forte richiamo sui palati degli italiani poco abituati ai sapori speziati e agrodolci. Il pepe, ma soprattutto la paprica sono onnipresenti e danno un gusto particolare al gulyas e al porkolt . Mai confondere questi due. Quello che all'estero è conosciuto come gulyas, in Ungheria si chiama rigorosamente porkolt: è uno spezzatino di manzo o carni miste che viene cotto per oltre un'ora in un soffritto di cipolla e strutto, condito con paprica, peperoni e pomodoro; si presenta in tavola con un sugo rosso e denso.
Molto più brodoso è il gulyas, una minestra che unisce manzo, strutto (o olio), cipolle, cumino, paprica, gnocchetti di pasta e - volendo - patate, carote, radici di prezzemolo, peperoni, pomodori. Il porkolt può essere insaporito con panna acida (tejfol). Quest'ultima, sempre presente sulle tavole delle famiglie ungheresi, è pressochè introvabile in Italia. Ciò che ne ricorda maggiormente il sapore è un misto di panna fresca liquida e yogurt con l'aggiunta di una goccia di limone.
Un altro elemento base è lo strutto, spesso sostituito dall'olio di semi (non si usa l'olio di oliva). Rinomati sono gli insaccati di maiale di cui esiste un'ampia offerta "regionale" che va ben oltre il celebre salame ungherese (teli szalami o Pick szalami) e la tenera carne bovina. Come aperitivo, si usa bere un bicchierino di palinka , un'acquavite aromatica ai gusti di albicocca, pera, ciliegia o prugna. Passando agli antipasti, sono caratteristici il patè di fegato d'oca (libamaj), il korozott - una crema di ricotta e cipolline con spezie che si spalma sulle tartine - e le pogacsa , focaccine al forno variamente condite.
Non esistendo il primo piatto, si passa poi direttamente ai ricchi secondi preceduti da un zuppa molto gustosa di carne, di verdura o di pesce (halaszle). Prelibatissimo è il miele, molto utilizzato nella pasticceria locale. I dolci meritano un capitolo a parte. I più squisiti sono lo strudel, la crepe alla Gundel, gli gnocchetti di Somlo e il purè di castagne . Sono caratteristiche le paste calde. Vi consigliamo caldamente di provare la pasta alla ricotta. E a fine pasto, l'amaro, che per antonomasia è l' Unicum , uno dei prodotti tipici della terra magiara. Nelle case ungheresi si servono le pietanze in questa tradizionale sequenza, seguendo la regola che assegna ai cibi cotti e stufati una funzione più importante degli arrosti. Le famiglie ungheresi iniziano sempre i pasti con una zuppa. In seguito, sono molto graditi gli spezzatini a sugo denso o brodoso e la pasta. Le verdure vengono preparate in modo particolare, sotto forma di creme. Vengono tagliate a pezzettini e addensate con l'aggiunta di panna acida, farina e alcune volte patate grattugiate. Le creme più squisite sono a base di spinaci, zucca, cavolo, patate, cavolfiore, fagioli, lenticchie e rape. Anche la pasta viene spesso condita con la verdura. La pasta col cavolo, con le patate, con gli spinaci e con i fagiolini è una pietanza "casereccia" molto popolare. Sapore di paprica
La paprica, simbolo per eccellenza della cucina ungherese, è un peperone (Capsicum Annuum) che nelle sue molteplici varietà copre l'intera gamma dei sapori, dal dolce al piccantissimo. Diffusa tra i pellerossa, fu introdotta in Europa da Cristoforo Colombo e da qui passò in Asia Minore da dove i turchi la portarono in Ungheria. Secondo altre teorie, la paprica ungherese, più piccante di quella americana, sarebbe invece originaria delle Indie orientali. Fatto sta che inizialmente era impiegata come surrogato del pepe, oggi è largamente diffusa e consumata a seconda delle varietà: c'è quella da mangiare cruda, quella da conservare sottaceto, quella da triturare in polvere e usare come spezia. Attenzione, però, perchè il rosso della paprica può nascondere "forti" sorprese. Mai confondere al momento della scelta la paprica dolce (csemege) con quella piccante (csipos)!
“I prodotti ungheresi sono caratterizzati da una gamma di sapori estremamente piacevoli e intensi, in particolare la frutta e le verdure, la saporita carne di manzo, il fegato d'oca, la paprika di Szeged e il salame. Per praticare una gastronomia ad alto livello è necessario avere degli ingredienti caratteristici e dal sapore particolare, proprio come questi. La ricchezza di aromi rende l'Ungheria un autentico Paese dei sapor i “ - scrive Henri Gault, il famoso critico francese esperto di gastronomia.
Quello appena citato non è il primo parere del genere: anche Antonio Bonfini, lo storiografo italiano del XV secolo ha sottolineato che la caratteristica più importante della cucina ungherese è la ricchezza di sapori.
La cucina ungherese esercita un forte richiamo sui palati degli italiani poco abituati ai sapori speziati e agrodolci. Il pepe, ma soprattutto la paprica sono onnipresenti e danno un gusto particolare al gulyas e al porkolt . Mai confondere questi due. Quello che all'estero è conosciuto come gulyas, in Ungheria si chiama rigorosamente porkolt: è uno spezzatino di manzo o carni miste che viene cotto per oltre un'ora in un soffritto di cipolla e strutto, condito con paprica, peperoni e pomodoro; si presenta in tavola con un sugo rosso e denso.
Molto più brodoso è il gulyas, una minestra che unisce manzo, strutto (o olio), cipolle, cumino, paprica, gnocchetti di pasta e - volendo - patate, carote, radici di prezzemolo, peperoni, pomodori. Il porkolt può essere insaporito con panna acida (tejfol). Quest'ultima, sempre presente sulle tavole delle famiglie ungheresi, è pressochè introvabile in Italia. Ciò che ne ricorda maggiormente il sapore è un misto di panna fresca liquida e yogurt con l'aggiunta di una goccia di limone.
Un altro elemento base è lo strutto, spesso sostituito dall'olio di semi (non si usa l'olio di oliva). Rinomati sono gli insaccati di maiale di cui esiste un'ampia offerta "regionale" che va ben oltre il celebre salame ungherese (teli szalami o Pick szalami) e la tenera carne bovina. Come aperitivo, si usa bere un bicchierino di palinka , un'acquavite aromatica ai gusti di albicocca, pera, ciliegia o prugna. Passando agli antipasti, sono caratteristici il patè di fegato d'oca (libamaj), il korozott - una crema di ricotta e cipolline con spezie che si spalma sulle tartine - e le pogacsa , focaccine al forno variamente condite.
Non esistendo il primo piatto, si passa poi direttamente ai ricchi secondi preceduti da un zuppa molto gustosa di carne, di verdura o di pesce (halaszle). Prelibatissimo è il miele, molto utilizzato nella pasticceria locale. I dolci meritano un capitolo a parte. I più squisiti sono lo strudel, la crepe alla Gundel, gli gnocchetti di Somlo e il purè di castagne . Sono caratteristiche le paste calde. Vi consigliamo caldamente di provare la pasta alla ricotta. E a fine pasto, l'amaro, che per antonomasia è l' Unicum , uno dei prodotti tipici della terra magiara. Nelle case ungheresi si servono le pietanze in questa tradizionale sequenza, seguendo la regola che assegna ai cibi cotti e stufati una funzione più importante degli arrosti. Le famiglie ungheresi iniziano sempre i pasti con una zuppa. In seguito, sono molto graditi gli spezzatini a sugo denso o brodoso e la pasta. Le verdure vengono preparate in modo particolare, sotto forma di creme. Vengono tagliate a pezzettini e addensate con l'aggiunta di panna acida, farina e alcune volte patate grattugiate. Le creme più squisite sono a base di spinaci, zucca, cavolo, patate, cavolfiore, fagioli, lenticchie e rape. Anche la pasta viene spesso condita con la verdura. La pasta col cavolo, con le patate, con gli spinaci e con i fagiolini è una pietanza "casereccia" molto popolare. Sapore di paprica
La paprica, simbolo per eccellenza della cucina ungherese, è un peperone (Capsicum Annuum) che nelle sue molteplici varietà copre l'intera gamma dei sapori, dal dolce al piccantissimo. Diffusa tra i pellerossa, fu introdotta in Europa da Cristoforo Colombo e da qui passò in Asia Minore da dove i turchi la portarono in Ungheria. Secondo altre teorie, la paprica ungherese, più piccante di quella americana, sarebbe invece originaria delle Indie orientali. Fatto sta che inizialmente era impiegata come surrogato del pepe, oggi è largamente diffusa e consumata a seconda delle varietà: c'è quella da mangiare cruda, quella da conservare sottaceto, quella da triturare in polvere e usare come spezia. Attenzione, però, perchè il rosso della paprica può nascondere "forti" sorprese. Mai confondere al momento della scelta la paprica dolce (csemege) con quella piccante (csipos)!