La sua Biografia:
Figlio di Áron József, operaio di origine rumena, e di Borbála Pőcze, contadina, nacque nel quartiere popolare di Ferencváros, a Budapest, terzogenito dopo le sorelle Eta e Jolán. Il padre abbandonò la famiglia quando lui aveva tre anni e la madre non riuscì a mantenere i figli. Attila, attraverso un'istituzione nazionale di assistenza sociale, venne affidato ad una coppia di Öcsöd per lavorare nella loro fattoria. Le condizioni di vita furono tali che Attila (ribattezzato "Pista" dai genitori affidatari) fuggì nuovamente a Budapest per tornare dalla madre. La madre morì nel 1919, a 43 anni di età. Attila venne quindi cresciuto da Ödön Makai, suo cognato, che gli consentì di studiare in una scuola superiore. Successivamente si iscrisse all'università di Seghedino, con l'intenzione di diventare un insegnante, ma ne venne espulso per via di una poesia provocatoria che aveva scritto. Da quel momento, cercò di mantenersi con i pochi guadagni derivanti dalla pubblicazione dei suoi scritti. iniziò inoltre a dare segni di schizofrenia e andò in cura presso vari psichiatri. Morì nel 1937 all'età di 32 anni a Balatonszárszó, dove viveva con la sorella ed il cognato, travolto da un treno di passaggio mentre si trovava sdraiato sui binari. L'ipotesi del suicidio è la più accreditata, anche se alcuni studiosi non escludono l'incidente. Presso il luogo della sua morte è posto un cippo memoriale.
A seguire vorrei proporvi una delle sue bellissime poesie. Quando il mio amore - Quando il mio amore traversò la strada coi passerotti anche i colombi scesero. Quando con grazia salì il marciapiede la penombra esaltò le sue caviglie. Quando fece una mossa con la spalla con lo sguardo un bambino la seguì. Camminando volava e dava gioia alla gente che stava a guardarla, e mentre si accendevano i lampioni tutti le sorridevano ammirandola. Nessuno era invidioso che lei fosse la radice e la pianta del mio cuore. Ma io come soffrivo che rubassero la donna che stringevo fra le braccia! Ma con il loro atteggiarsi da galli gli uomini accesero nel mio profondo l’orgoglioso pensiero che era mia. E camminava in bellezza e allegria e un fresco venticello si piegavasu di lei, l’amata mia. |