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Emergenza Immigrazione: L'Ungheria alzerà un muro lungo il confine con la Serbia

6/17/2015

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l governo ungherese alla Ue: "Non possiamo più aspettare". La barriera sarà alta quattro metri e coprirà tutti i 175 chilometri di confine serbo

Quattro metri di muro per tener fuori i 
clandestini che ogni giorno entrano irregolarmente lungo il confine incustodito con la Serbia.
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Oggi il ministro degli Esteri Peter Szijjarto ha annunciato che l'Ungheria costruirà una barriera lungo la frontiera serba per fermare il flusso dei clandestini.
"L'immigrazione - ha denunciato Szijjarto - è uno dei problemi più seri che affronta l’Unione europea oggi". Da mesi il primo ministro Viktor Orbàn accusa l'Unione europea di non fare abbastanza per fermare l'emergenza immigrazione. "I Paesi dell’Ue cercano una soluzione ma l’Ungheria non può aspettare ancora", ha messo in chiaro il ministro degli Esteri spiegando che la barriera dovrà coprire tutti i 175 chilometri di confine con la Serbia.

Nel giorno in cui papa Francesco invita tutti a "pregare perché le persone e le istituzioni che respingono questi nostri fratelli chiedano perdono", l’Ungheria ha annunciato che costruirà una barriera per fermare i clandestini.

Non è l'unico Paese che, davanti all'incapacità di gestire l'emergenza immigrazione, ha optato per una misura tanto estrema. Nelle ultime settimane, infatti, la Francia, la Svizzera e l'Austria hanno già chiuso le frontiere con l'Italia ripristinando controlli serratissimi lungo iconfini. Sebbene l'Eliseo abbia annunciato un piano ambizioso per creare 10.500 nuovi posti letti per accogliere richiedenti asilo e rifugiati, l'atteggiamento del governo francese a Ventimiglia non è affatto cambiato. Per il quinto giorno consecutivo sugli scogli dei Balzi Rossi, nella zona di Ponte San Ludovico, è rimasto il gruppo di immigrati, fermi a pochi metri dal confine, in attesa di poter superare le Alpi francesi.

Fonte
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ENORME BOOM EDILIZIO IN UNGHERIA: +26,5% NEL 2014 (+27,8% PERMESSI COSTRUZIONE)

3/5/2015

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In Ungheria il numero di permessi di costruzione di nuove case è cresciuto del 27,8% su base annua nel 2014, anno in cui sono stati costruiti in tutto 1.083 milioni di metri quadrati di superficie nel Paese. I dati dell’Istituto Nazionale di Statistica mostrano un totale di 9.633 permessi consegnati nell’ultimo anno.
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 La superficie edificata totale mostra un incremento del 26,5% del costruito. Per gli edifici non residenziali si registra invece un calo del 5,6% rispetto ad un anno prima, con un totale di 5.033 permessi a costruire e un’area di 2.441 milioni di metri quadri edificata, in calo del 9,1% rispetto al 2013. Gli edifici industriali rappresentano il 42% del totale, che per il 21% è costituito da fattorie e per il 7% da commerciali.
fonte: stopeuro.org
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Ungheria e Russia: da Orban una lezione di sovranità

2/18/2015

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Budapest, 18 feb – Il primo ministro ungherese Viktor Orban e il presidente russo Vladimir Putin si sono incontrati ieri a Budapest per un importante vertice finalizzato alla chiusura di accordi commerciali e industriali, tra cui l’assistenza russa alla modernizzazione dell’unica centrale nucleare ungherese e la partnership nel settore del gas naturale. Mosca è il primo partner commerciale dell’Ungheria al di fuori dell’Unione europea.
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Partendo dalla fine, un sicuro segnale della rilevanza degli accordi sul gas, solo in parte svelati, consiste nella reazione del commissario per l’energia della Ue, Maros Sefcovic, che si è lamentato dell’esclusione della Commissione dalla squadra negoziale, adducendo possibili violazioni delle regole della concorrenza. Per inciso, il medesimo pretesto – quello delle regole sulla concorrenza – utilizzato dalla Commissione stessa per far fallire nel dicembre scorso, su pressione d’oltreoceano, il grande progetto delgasdotto South Stream.


Turkish Stream
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La mossa di 
Orban può allora interpretarsi come una risposta rapida e pragmatica alle prospettive da vera emergenza in merito agli approvvigionamenti di gas almeno per l’Europa centro-meridionale, dal momento che Mosca ha deciso circa un mese fa di reindirizzare esattamente tutta la prevista capacità del South Stream verso un nuovo gasdotto, il “Turkish Stream” che collegherà la Russia alla Turchia con terminale prossimo al confine greco, lasciando agli europei l’onere di realizzare le eventuali infrastrutture di collegamento.


È innanzi tutto nell’ingegneria e nella costruzione del tratto sotto il Mar Nero del Turk Stream che i due leader avrebbero concordato di utilizzare la joint venture russo-magiara già costituita in funzione del South Stream, di fatto soppiantando la nostra 
Saipem, già esclusa con il fallimento del precedente progetto.

Inoltre, pare che Orban abbia cercato l’appoggio della Russia per sviluppare l’ambizioso progetto di connessione del terminale del nuovo gasdotto dal confine greco all’Ungheria stessa, passando per la Grecia, la Macedonia e la Serbia, tutti stati le cui relazioni con Mosca sono poco o per niente influenzate dall’euroburocrazia.

Infine, avrebbe avuto un ruolo centrale la questione degli stoccaggi del gas russo, attualmente dislocati in massima parte in Ucraina, di cui potrebbe farsi molto volentieri carico l’Ungheria una volta realizzata la predetta connessione al Turkish Stream, trasformandosi in un “hub” del gas con conseguenti diritti commerciali e potere negoziale, probabilmente anche nei confronti della stessa Italia, oltre che di paesi come Bulgaria, Romania, Slovenia, Croazia, e in misura minore della Slovacchia, della Repubblica Ceca e dell’Austria.

Grado di dipendenza dal gas russo
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E pensare che, in fondo, anche Orban – sebbene critico – ha votato le sanzioni alla Russia in relazione alla crisi ucraina, probabilmente per non alienarsi completamente i partner europei, ma come si vede quando si tratta degli interessi congiunti di due paesi sovrani non ci sono risentimenti che tengano. In questo senso, gli interessi dell’Ungheria sono evidenti,dipendendo per quasi il 45% dal gas russo. Per l’Italia, la misura della stessa dipendenza è dell’ordine del 30% ma in crescita in ragione delcrollo delle importazioni della Libia.


Nel corso della conferenza stampa al termine del vertice di Budapest, il primo ministro ungherese ha dichiarato che l’economia europea non sarà mai competitiva senza la Russia, e che sia l’Ungheria che la Russia hanno bisogno l’una dell’altra per assicurare forniture e trasporto stabili del gas: “Ho chiaramente affermato che l’Ungheria ha bisogno della Russia. Per noi ungheresi è importante che la Russia sia aperta ai prodotti ungheresi. E l’Ungheria è interessata a ottenere forniture energetiche affidabili dalla Russia”. Orban ha poi aggiunto di essere “personalmente sicuro che la cooperazione e le buone relazioni servano gli interessi non solo dell’Ungheria, ma anche dell’intera Europa”, sostenendo che l’isolamento della Russia è semplicemente “impossibile”.

Tornando sulle questioni di competitività, per chi non l’avesse ancora chiaro Orban ha ricordato che “chi crede che l’economia europea sarà competitiva senza la cooperazione con la Russia e chi pensa che la sicurezza energetica possa essere garantita in Europa senza le forniture dalla Russia sta solo coltivando illusioni”, augurandosi quindi un pronto ristabilimento di normai relazioni commerciali, con evidente riferimento alle sanzioni e alla relativa risposta del Cremlino.

Putin da parte sua ha ricordato che il ruolo dell’Ungheria come paese di transito del gas non è diminuito con la cancellazione del South Stream: “Sfortunatamente, abbiamo dovuto cancellare il progetto del gasdotto South Stream, ma credo che l’esperienza che abbiamo costruito insieme con i partner ungheresi, e le relative joint venture, possa essere utilizzata anche insieme ai nostri amici turchi rispetto alla realizzazione del Turkish Stream”, aggiungendo che “sono sul tavolo diverse opzioni, e siamo pronti a discuterne con chiunque sia interessato alla cooperazione”.

Un interesse, questo, ribadito a chiare lettere da Orban, non solo per quanto riguarda il tratto sottomarino del Mar Nero, ma anche l’estensione attraverso la Grecia e i Balcani fino all’Ungheria.

I due leader hanno infine concordato i termini generali delle forniture di gas dopo il 2015, legando le facilitazioni commerciali anche all’impegno da parte ungherese a costituire importanti sistemi di stoccaggio, come ha ripetuto lo stesso Putin al termine dell’incontro.

Grado di dipendenza energetica complessiva

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Dall’Italia, avremmo certamente preferito vedere il nostro presidente del consiglio al posto di Orban, prima di tutto per ragioni molto pragmatiche, tra cui ladipendenza energetica complessiva dell’Italiadall’estero, che è superiore al 75%, almeno 10 punti in più rispetto a quella ungherese, i danni miliardari all’ingegneria nazionale del settore oil & gas dovute sia alla cancellazione del South Stream sia al conflitto libico, e i danni altrettanto importanti al settore agro-alimentare dovuti alle contro-sanzioni della Russia. In secondo luogo, anche per ragioni di orgoglio e sovranità nazionali, concetti che sembrano del tutto estranei almeno agli ultimi tre governi italiani.

Ma si sa, Matteo Renzi
 e la sua sgangherata maggioranza sono impegnati nelle fondamentali riforme istituzionali e i suoi ministri persi nelle polemiche sui calciatori stranieri e – più seriamente ma anche più pericolosamente – nella ricerca tremebonda di una improbabilissima soluzione politica alla crisi libica.


Articoli di Francesco Meneguzzo
Fonte: ilprimatonazionale.it
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I° Evento ufficiale ☆ Italiani a Budapest ☆

12/2/2014

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Carissimi, 
siamo lieti di comunicarvi che VENERDI 12 DICEMBRE dalle ore 19:00 alle ore 23:00 si svolgerà per la prima volta l'evento ufficiale del gruppoItaliani a Budapest ☆ Official Group ☆ " riservata SOLO ED ESCLUSIVAMENTE a tutti gli iscritti del gruppo.Sarà un occasione importante e simpatica per tutti noi per conoscerci di persona e per molti altri un appuntamento per rivedersi al fine di trascorrere una piacevole serata insieme.

PROGRAMMA:

La serata si svolgerà IN PIEDI all'interno del locale "Roccos World Caffe " dove per l'occasione il nostro amico Chef Eugenio ci accoglierà con aperitivo al Buffet e alcuni piatti tipici italiani preparati ad hoc, come la lasagna e la parmigiana. Da Bere sarà servito 1 dl di vino bianco passerina.

N.B. Una volta arrivati bisogna fornirsi di scontrino alla cassa dal costo di 2.990 ft a persona per partecipare al Buffet. 
Non si accettano prenotazioni.

Vi aspettiamo puntuali !
con l'augurio che sia l'inizio di una lunga serie che rafforzi sempre di più tra noi tutti italiani il nostro spirito di collaborazione e amicizia.

P.S. Coloro che parteciperanno sono pregati di confermare la loro presenza pigiando il bottone "PARTECIPA" Q
ui: https://www.facebook.com/events/524818164288311/ 

Gli amministratori.
Ferdinando Grimaldi
Mattia Benassi
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XII. FESTIVAL DEL CINEMA ITALIANO A BUDAPEST / Mittelcinemafest

11/6/2014

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Dopo oltre dieci anni di vita il MittelCinemaFest – diventato ormai un  appuntamento atteso da quanti a Budapest amano il cinema italiano – si arricchisce di ulteriori partner istituzionali e avvia una più intensa collaborazione con gli organismi locali.
Tra questi, l’Istituto di Arti Figurative ed Applicate di Budapest che ha partecipato con alcune sue classi ad un concorso avente come oggetto “Immagina il cinema italiano!”.
Tra i numerosi progetti presentati dagli studenti, è stato scelto il manifesto realizzato dalla studentessa Veronika Szenes, che sarà una delle immagini del MittelCinemaFest 2014. Clicca sulla locandina per scaricare il PDF del programma completo.
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2014/11/05 - 2014/11/15
Organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Budapest, quest'anno sarà celebrata nel cinema italiano contemporaneo al cinema Puskin. XII. Festival del Cinema Italiano 05-15 Novembre. 

Pushkin cinema

Calendario:
Mercoledì 5 novembre 
19:00
Il Capitale Umano
Ordine:. Paolo Virzì

Giovedi 6 novembre
19:00
Le Meraviglie
Alice Rohrwacher

Venerdì 7 novembre
18:30
Smetto QUANDO voglio
Sydney Sibilia

Venerdì 7 novembre
21:00
La Mafia uccide da solo d'estate
Pif


Sabato 8 novembre
19.30
Anime Nere
Francesco Munzi


Domenica 9 Novembre

14:30
Una selezione dei Kala NISSA Film Festival 2014 film
15:30
LA MANCANZA
MASPEDO

Lunedi 10 novembre
19:00
Piu' di Mezzanotte Buio
Sebastiano Riso

martedì 11 novembre
19:00
In Grazia di Dio
Edoardo Winspeare

mercoledì 12 novembre
19:00
GIS
Alberto Fasulo


Giovedi 13 Novembre
19:00
I nostri ragazzi
Ivano De Matteo 

Venerdì 14 Novembre
19:00
Un matrimonio da Favola
Carlo Vanzina


sabato 15 novembre

19:30
Il Giovane favoloso
Mario Martone


Venerdì 14 Novembre

16:00
La Mafia uccide da solo d'estate
PIF


sabato 15 novembre
16:00
Smetto QUANDO voglio
Sidney Sibilia

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L'Ungheria minaccia di uscire dall’Unione Europea

10/30/2014

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László Kövér, speaker del parlamento ungherese, ha fatto capire che se Bruxelles indicherà all’Ungheria come va governato il paese, l’Ungheria può abbandonare l’Ue.
È già il secondo paese che minaccia di uscire dall’Ue.
È possibile parlare ormai di una tendenza?
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Nell’Ue è difficile trovare un altro paio di Stati tanto dissimili. La Gran Bretagna è un veterano, l’Ungheria è un “coscritto”. La Gran Bretagna è un donatore, e lo scandalo scoppiato tra Londra e Bruxelles è dovuto appunto al fatto che Bruxelles ha chiesto alla Gran Bretagna contributi supplementari. L’Ungheria non pretende affatto al ruolo di donatore. La Gran Bretagna si esprime per l’irrigidimento delle sanzioni antirusse, mentre l’Ungheria ne soffre forse più della Russia stessa.

In altre parole, l’Ungheria e la Gran Bretagna sono sue casi limite. Se quello che le unisce ancora nell’Ue è l’intenzione di uscire dall’Unione Europea e i dubbi in merito alla solidarietà europea, allora si può dire che questi paesi sono arrivati al limite. Anche se è vero che la stessa Ungheria, malgrado tutti i suoi buoni sentimenti nei riguardi della Russia, non revoca la propria firma sotto il cosiddetto terzo pacchetto di sanzioni e non si rifiuta di rafforzare la NATO con un centinaio di militari ungheresi inviati in Lituania, i quali vi sono arrivati il giorno prima nell’ambito della nuova dottrina militare della alleanza per la garanzia della sicurezza dei Paesi baltici.

L’Ungheria non è convinta che l’Ue sia capace di difenderla. Bruxelles non ha fatto niente per proteggere l’Ungheria davanti agli USA e, quindi, ha fatto il gioco degli americani nel tentativo di punire l’Ungheria. Tutti si rendono, infatti, conto che le accuse di corruzione contro una serie di altolocati funzionari ungheresi servono solo da copertura. Ciò in primo luogo perché la corruzione in Ungheria non supera il medio livello europeo. In secondo luogo, questi fatti di corruzione non sono stati nemmeno provati.

È invece ovvia l’intenzione del premier Orban e del suo team, malgrado le pressioni esercitate, di mantenere i rapporti con Mosca. Pertanto, stando ai politici ungheresi, i tentativi di punirli per questo rappresentano un’ingerenza negli affari non solo esteri ma anche in quegli interni. Lo speaker László Kövér ha fatto capire che se Bruxelles indicherà all’Ungheria come va diretto il paese, l’Ungheria può uscire dall'Unione Europea. Il deputato dell’Europarlamento, Thomas Deutsch, molto influente in Ungheria, ha detto che i valori europei sono "troppo lontani". "Spetta a noi stessi determinare il nostro futuro nell’Ue ", ha detto il deputato.

Già in agosto Viktpr Orban ha avvertito l’Occidente che la Russia rimane il principale partner economico dell’Ungheria fuori dell’ambito dell’Unione Europea: "In politica cio si chiama segare il ramo sul quale stai seduto”. Se è così, allora l’unica possibilità di non cadere insieme con il ramo è saltare giù dallo stesso da solo.

Riuscirà l’Ungheria a farlo? Risponde Vasilij Koltašov, vicedirettore dell’Istituto della globalizzazione e dei movimenti sociali:

Adesso l’Ungheria non ha dove uscire. Ma le sue autorità cominciano, probabilmente, ad esercitare una seria pressione sulla euro-burorazia per strappare cedimenti e per ottenere una migliore posizione nell’ambito dellUe. Si tratta ancora di ricatto. Ma l’Ungheria dimostra di essere pronta ad uscire. Questa disponibilità non è fittizia. Tale quadro è nuovo per le élites europee. Ciò vuol dire che tra qualche tempo anche altri paesi dell’Europa Orientale possono occupare questa posizione. Allora l’Ue avrà a che fare con un’opposizione molto più seria alla propria politica. Alla fine avremo in Eurasia un’integrazione assolutamente nuova.

L’Ue può dare all’Ungheria risorse finanziarie attraverso la Banca Centrale europea. Può allargare le possibilità delle autorità ungheresi per il finanziamento della politica sociale, per la legislazione sul lavoro. L’Ue può persino chiudere un occhio sul fatto che l’Ungheria non eseguirà i molteplici memorandum dell’Ue e non peggiorerà ancora la situazione materiale della popolazione. Ma l’Ue non può proporre all’Ungheria lo sviluppo della sua economia. Pertanto le piccole concessioni che le autorità ungheresi riusciranno a strappare alla burocrazia europea non metteranno il punto nella crisi dei rapporti. Successivamente l’Ungheria dovrà lo stesso sollevare la questione dell’uscita dall’Ue. Ma anche la sola dichiarazione dell’Ungheria cambia già la situazione, in quanto dimostra che la crisi economica, la crisi sociale nell’Unione Europea si è trasformata già non solo in una crisi politica ma anche in preludio alla disgregazione politica. 

Fonte: La Voce della Russia
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Nuovi Taxi a Budapest

9/6/2013

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Taxi gialli a Budapest? Sì, dal 1 ° settembre 2013, si vedrà sempre più giallo taxi in città. Fino ad ora ogni compagnia di taxi avevano il loro proprio disegno, ma secondo un nuovo regolamento emanato dal Comune di Budapest, tutti i taxi autorizzati in città deve essere dello stesso colore, il giallo. Per creare uniformità e riconoscibilità, da ora in poi ogni cabina a Budapest ottiene lo stesso design ed è necessario per offrire lo stesso livello di servizio. Ciò significa che i taxi sarà più comodo, per non fumatori, dotate di aria condizionata e sono disposti ad accettare le carte di credito. Inoltre, tutti i tassisti autorizzati devono rispettare una nuova struttura tariffaria e pagare lo stesso prezzo.

Tariffa base: HUF 450
Prezzo al minuto: HUF 70
Prezzo al chilometro: HUF 280

Sfortunatamente, questo significa anche che le tariffe saranno generalmente più elevate e non ci sarà alcun forfait offerto per i trasferimenti aeroportuali.

Ecco alcune foto del nuovo taxi di Budapest.
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Ambasciata d’Italia a Budapest: Avviso per voli low cost da Budapest

7/27/2013

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A seguire riportiamo il comunicato dell'Ambasciata d'Italia in Ungheria rivolto ai viaggiatori che partono dall'aeroporto di Budapest utilizzando compagnie aeree low cost e soprattuto ai passeggeri Wizz Air.
Anche in seguito ad un incremento del numero di segnalazioni da parte di turisti italiani giunte all’Ambasciata d’Italia a Budapest, si ricorda che le compagnie low-cost che servono lo scalo di Budapest, in particolare la compagnia WizzAir, effettuano stringenti controlli sulla dimensione, sul peso e sul numero dei bagagli, con il pagamento di pesanti tariffe nel caso in cui ci si presenti al gate d’imbarco con un bagaglio di numero, dimensioni o peso maggiori di quelli indicati sul biglietto. Tali costi aggiuntivi, previsti contrattualmente in maniera non equivoca, comportano un notevole incremento del costo del volo che spesso gli utenti non prendono in considerazione.
Per evitare spiacevoli disagi con il personale preposto al controllo, con il quale le comunicazioni talvolta non sono facili per problemi di lingua, si raccomanda vivamente di controllare le misure del bagaglio e, nel caso si abbia un bagaglio piú grande di quello risultante sul biglietto, si raccomanda di regolarizzare il biglietto pagando la differenza - ed ottenendo una tariffa meno cara di quella applicata al gate - nei seguenti modi: entrare nel sito web della compagnia; oppure contattare il call-center; oppure rivolgersi al check-in dell’aeroporto anche in caso di biglietto elettronico.
Dettagliate istruzioni in italiano sulla dimensione, peso e composizione del bagaglio ammesso sono reperibili nel sito della compagnia WizzAir al link:
http://wizzair.com/it-IT/useful_information/baggage 

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 Italiani a Budapest, nasce il gruppo ufficiale su Facebook

7/23/2013

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Ha circa una settimana di vita il nuovo gruppo "Italiani a Budapest - Official Group" e conta già circa 200 membri.

 
Il nuovo gruppo "Italiani a Budapest" nasce dall'iniziativa di due giovani amici, Mattia e Ferdinando, nonché i nuovi moderatori del gruppo.
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"Sentivamo l'esigenza di creare un gruppo serio e costruttivo che agevolasse lo scambio di informazioni utili tra noi connazionali a Budapest e che potesse essere utile a risolvere nel modo piú efficiente le problematiche di svariato tipo. Dagli eventi socio culturali e meeting alla segnalazione di offerte di lavoro ect." 
dice Ferdinando, ed aggiunge:
 "per dovere di tutela della quiete di tutti gli iscritti è stato indispensabile ideare e scrivere anche un regolamento atto a garantire un ordine ed una precisa linea della sua gestione ed utilizzo, infatti in facebook esisteva già un gruppo di Italiani a Budapest, ma era ormai da molto tempo fuori controllo, senza alcuna regola da rispettare e senza un moderatore che controllasse l'andamento." 

Negli ultimi tempi infatti, il gruppo è stato preso di mira da alcuni "bulli" della rete, (ovviamente con profili falsi) i quali hanno attaccato in modo razzista, insultato e ridicolizzato l'intera comunità italiana e ungherese senza che nessuno potesse intervenire in nessun modo e moderare il loro comportamento.

E' stato quindi necessario creare un nuovo gruppo, questa volta Ufficiale. 

Mattia: "Con questo gruppo vogliamo sicuramente dimostrare che gli Italiani all'estero e in particolare Noi "Italiani a Budapest" siamo delle persone orgogliose, serie e collaborative e che oltre a pretendere rispetto possiamo fare squadra e collaborare per il bene della comunità, utilizzando al meglio il mezzo di comunicazione sociale del web attualmente più importante, facebook. 
Invitiamo quindi a chiunque supporta la nostra nuova iniziativa e a tutti i connazionali a Budapest ad iscriversi al gruppo e partecipare.
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Rimossa oggi la statua del principe Rákóczi Ferenc 

5/1/2013

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BUDAPEST - è stata rimossa oggi la statua del principe Rákóczi Ferenc II da Kossuth tér, ovvero la piazza del parlamento ungherese.

Il monumento dovrebbe essere reinstallato alla fine dei lavori del rinnovo della piazza, prevista per il prossimo marzo. Secondo quanto annunciato a marzo, la piazza cambierà il nome attuale di Kossuth Tér in "National Main Square".

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